ILARIA ANRÒ, Il diritto nazionale al vaglio della Corte di giustizia dell’Unione europea nell’ambito del Meccanismo di Vigilanza Unico, tra primato e nuovi modelli di integrazione

di Patrizia De Pasquale

Abstract (ita)

Nell’ordinamento dell’Unione europea è possibile rinvenire, con una certa frequenza, il riferimento al diritto nazionale, ad integrazione e completamento delle norme dell’Unione. Inoltre, la Corte di giustizia dell’Unione europea, nello svolgere il proprio compito di garante del rispetto del diritto nell’interpretazione e nell’applicazione dei trattati, si trova frequentemente a confrontarsi con il diritto nazionale, sia processuale che sostanziale (ad esempio nell’ambito del rinvio pregiudiziale e della procedura di infrazione). Nell’ambito dell’Unione bancaria, il diritto nazionale viene in rilievo secondo una nuova prospettiva. In particolare, nell’ambito del primo pilastro dell’Unione bancaria, il Meccanismo di Vigilanza Unico, sono state sperimentate nuove forme di cooperazione tra la Banca Centrale Europea e le autorità nazionali competenti, da un lato introducendo numerosi procedimenti composti e dall’altro lato prevedendo che detta istituzione possa applicare direttamente il diritto nazionale degli Stati membri. L’analisi dell’applicazione del diritto nazionale da parte delle BCE nonché del successivo scrutinio da parte della CGUE, in tale contesto, consente di osservare un nuovo modello di integrazione, ove diritto nazionale e dell’Unione si affiancano nella realizzazione di obiettivi comuni, secondo logiche diverse rispetto alla tradizionale applicazione del primato e dell’interpretazione conforme. Il presente contributo è dedicato allo studio di tale interazione tra diritto nazionale e dell’Unione europea, con particolare attenzione alle criticità derivanti dalla cognizione (benché incidenter tantum) degli atti nazionali da parte della CGUE, nonché circa l’interpretazione e l’applicazione del diritto nazionale da parte della BCE, ipotizzando nuove prospettive di dialogo tra giudice nazionale e dell’Unione europea.

Abstract (eng)

It is possible to find, with some frequency, reference to national law in the European Union legal order, to supplement and complement the European Union rules. Moreover, the Court of Justice of the European Union, in carrying out its task of ensuring that the law is observed in the interpretation and application of the treaties, is frequently confronted with national law, both procedural and substantive (e.g., in the context of the preliminary ruling and of the infringement proceedings). In the context of the Banking Union, national law comes to the fore in a new perspective. In particular, within the first pillar of the banking union, the Single Supervisory Mechanism, new forms of cooperation between the European Central Bank and the competent national authorities have been experimented with, on the one hand by introducing numerous compound procedures and, on the other hand, by providing that this institution can directly apply the national law of the Member States. The analysis of the application of national law by the ECB, as well as the subsequent scrutiny by the CJEU in this context, makes it possible to observe a new model of integration, where national and Union law stand side by side in the realisation of common objectives according to different logics than the traditional application of primacy and consistent interpretation. This contribution is devoted to the analysis of this interaction between national and EU law, with a particular focus on the critical issues arising from the CJEU’s (albeit incidental tantum) appreciation of national acts, as well as on the ECB’s interpretation and application of national law, hypothesising new perspectives of dialogue between national and EU courts.

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